Sommaire des JADT 1998  

Analisi di colloqui psicologici : una tecnica per estrarre singolarità senza classificare

 

Giovanna Morgavi

Istituto per i Circuiti Elettronici Consiglio Nazionale delle Ricerche, via de Marini 6,16149 Genova Italia

e-mail morgavi@ice.ge.cnr.it

Valentina Florini

Tirocinante presso Dipartimento di Psicologia Università di Torino,

via Po 14, Torino Italia

Clara Capello

Dipartimento di Psicologia Università di Torino,

via Po 14, Torino Italia

 

Summary

Our goal was to extract information on the evolution of the communicative process with a particular attention to avoid any simplification form or classification. Our approach founds on analogies between conversation processes and chaotic systems. Any cataloguing appears equivalent to a filtration process in a chaotic system, there is a great risk of the introduction of regularity and mechanisms not correlated with the phenomenon under study. Our Corpus was based on 50 motivational research talks made from students during their University Course on Theory and Technique of the Psychological Conversation and is composed by 32659 words. We considered the most meaningful words with frequency grater then 100. From the ordered plot of the frequency of these words for each talk we found the anomalous behavior and through an occurrences analysis we extracted detailed information on the single process.

Il colloquio è la forma di interazione più comune nella vita quotidiana : riflettere su un aspetto tanto usuale da apparire "ovvio" ci pare particolarmente impegnativo : l'ovvio sfugge all'indagine, i nostri sensi sono abituati a viverlo senza interrogativi ; tuttavia, proprio individuarne le caratteristiche, tentare una misurazione e una valutazione dei suoi componenti, costituisce lo scopo del nostro lavoro.

Il materiale su cui abbiamo condotto la nostra ricerca è costituito da cinquanta protocolli elaborati durante il Corso di Teoria e Tecniche del Colloquio Psicologico alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Torino. Gli studenti hanno raccolto colloqui di ricerca sulla motivazione della scelta del Corso di Laurea in Psicologia presso colleghi iscritti al I anno, avendo così l’occasione di sperimentarsi nel ruolo di ricercatore-intervistatore. I protocolli considerati erano tipicamente suddivisi in 3 parti : nella prima l’intervistatore descriveva la modalità di incontro con l’intervistato e il setting in cui era avvenuto in colloquio, la seconda consisteva nella trascrizione letterale della registrazione del colloquio e l’ultima era costituita dal commento su quanto era avvenuto da parte dell’intervistatore.

Il nostro intento era rendere comunicabile almeno una parte della mole di informazioni di cui ci trovavamo in possesso senza però operare indebite riduzioni. Il nostro approccio si fonda sulle analogie tra il processo del colloquio e i sistemi caotici nella modellistica matematica. Come i sistemi caotici, il colloquio è un fenomeno complesso, il cui livello di complessità non può essere semplificato se non rischiando di perdere informazioni fondamentali per comprendere l’evoluzione del processo. Qualunque catalogazione appare equivalente ad applicare un filtro ad un sistema caotico, si corre cioè il rischio di introdurre regolarità e meccanismi legati al filtro, al catalogatore, non correlati con il colloquio in questione. Nei sistemi complessi è possibile fare predizioni solo localmente, sono ammesse operazioni di linearizzazione locale, oppure si possono valutare alcune caratteristiche globali del sistema. Analogamente, rispetto al colloquio possiamo rispondere a domande specifiche, analizzare i contesti in cui ricorrono alcune parole, oppure si possono valutare le frequenza delle parole e costruire grafici delle corrispondenze lessicali.

L’intero Corpus è costituito da 326.599 parole, 15.965 forme diverse, 7.269 delle quali compaiono una sola volta.

Le parole più frequenti sono, ovviamente quelle grammaticali, ma stupisce non poco il fatto che la più frequente sia ‘non’ (6942 occorrenze). Nel lessico di frequenza dell’italiano parlato troviamo che la parola ‘non’ ha rango 8 ed una frequenza che è circa un quinto della parola più frequente (‘il’) che , nel nostro corpus risulta di rango 7 e con una frequenza che è circa la metà di quella di ‘non’.

Abbiamo considerato alcune forme non grammaticali particolarmente significative che si sono presentate nel corpus con frequenza totale maggiore di 100, le abbiamo ordinate in ordine crescente per frequenza come in tabella 1 e ne abbiamo fatto il grafico.

Tabella 1 Elenco delle forme significative considerate ordinate per frequenza ; # è il carattere utilizzato per indicare il nome dell’intervistato mantenendone l’anonimato.

Questi grafici hanno presentato andamenti talvolta omogenei rispetto all’andamento delle frequenze totali mostrate in Figura 1 talvolta hanno rivelato comportamenti caratteristici.

Considerando le parole che introducevano particolarità nell’andamento del profilo del grafico, abbiamo potuto estrarre alcuni suggerimenti circa argomenti trattati in modo speciale in determinati colloqui o non trattati (in modo altrettanto singolare), e poi analizzarne alcuni più dettagliatamente attraverso l’analisi delle occorrenze. Abbiamo poi considerato come si distribuivano in ciascun colloquio le forme così ordinate e ne abbiamo fatto il grafico.

Figura 1 Andamento delle frequenze totali per le parole più frequenti ordinate per frequenza.

A titolo di esempio consideriamo il profilo cosç generato per il colloquio m02. Osservandone il grafico in Figura 2 si rimane colpiti da un profilo che presenta un andamento particolare : unisce ad un picco anomalo in corrispondenza della parola "aiuto" una serie di valori minimi o addirittura nulli che paiono piuttosto interessanti. (non sono mai state usate parole che in altri elaborati risultano piuttosto frequenti, come "risposte", "motivazioni", "intervista", "registratore’, "esperienza", "università"). Procedendo con l’analisi delle occorrenze della parola "aiut" si ritrova nel colloquio una sequenza piuttosto lunga nella quale si assiste ad una serie di fraintendimenti, come riconoscerà nel commento finale l’intervistatrice. L’impressione è che questo continuare a girare attorno ad un concetto non chiarito disturbi la comunicazione. Così si può affermare che la curva "anomala" di questo colloquio riflette un dialogo in effetti molto particolare, tutto incentrato su un solo argomento, che è continuamente sfiorato senza mai essere approfondito. L’intervistatrice stessa nel commento finale afferma : "... il mio colloquio è di una superficialità estrema ;... devo confessare che attorno al tema dell'aiuto, che ha uno spazio importante e che forse "scava " più nel profondo, seppure fuggevolmente, mi sono confusa anch'io : ho perso il filo del discorso. Riflettere su cosa "manca" è altrettanto interessante soffermarsi su ciò che è presente in modo anomalo. Colpisce l’assenza totale della parola "registratore" così, controllando, si nota, che in realtà manca ogni riferimento ad un qualche strumento di registrazione, come manca un’adeguata descrizione del setting, e manca completamente la presentazione del compito all’inizio del colloquio da parte dell’intervistatrice. Questo protocollo è uno dei rari casi nei quali è completamente assente un "pre-colloquio". Mancano considerazioni sull’Università, ä assente la parola "motivazione", quasi che questo grande ping-pong intorno al termine aiuto (causato in parte dal reciproco fraintendimento) avesse assorbito il nucleo centrale del colloquio, senza lasciare una spazio adeguato al resto.

Figura 2 Andamento delle frequenze delle parole ordinate rispetto alla frequenza totale per il colloquio m02

Questa tecnica ci ha permesso di estrarre dal corpus alcuni testi singolari e può essere facilmente applicata all’analisi di testi in cui si vogliano estrarre anomalie e singolarità senza operare alcun tipo di classificazione o riduzione

Références

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